martedì 17 dicembre 2013

Sinistra, svegliati!

(English version)


(da Mimmo Porcaro ricevo e volentierissimo pubblico)


Il movimento dei forconi è ambiguo, rozzo, largamente influenzato dalla destra estrema. Certo. Ma se sono vere le cose che da tempo diciamo sugli effetti della crisi, sulle trasformazioni (e disgregazioni) del mondo del lavoro, sulla chiusura del sistema politico, sulla natura liberista del PD e sulla subalternità dei sindacati maggioritari, se sono vere tutte queste cose, è allora inevitabile che ogni radicale protesta popolare assuma forme ambivalenti e diventi oggetto di una contesa tra destra e sinistra riguardo agli obiettivi ed ai modi dell’azione. Ed è inevitabile quindi assistere ad un crescere di proteste senza vero e proprio conflitto, di conflitti senza un vero e proprio movimento, di movimenti decisamente segnati dal populismo, ossia dall’illusione del “tutti a casa”, dall’incapacità di individuare gli avversari, dalla tendenza a prendersela con altri poveracci, dalla fascinazione per un capo ed uno stato autoritari. Sarà certamente questione di gradi, di analisi fattuali, di valutazioni fatte caso per caso, e magari quello del “9 dicembre” risulterà essere un caso particolarmente ambiguo. Ma nessun movimento potrà più essere giudicato “prima”, senza parteciparvi o senza aver tentato di farlo, senza attraversarlo e senza averne separato il buono ed il cattivo: senza aver proposto dall’interno un'altra definizione dei fini e dei mezzi. D’ora in poi snobbare o contrastare una mobilitazione perché è in odore di populismo significherà snobbare o contrastare qualunque mobilitazione. Tranne quelle sindacali, che però (e non è un caso) latitano, o quelle studentesche, che però (e non è un caso) alla lunga sono inefficaci.

Se la sinistra vuol tornare ad essere sinistra e a contare qualcosa deve quindi allontanarsi dall’atteggiamento che oggi sembra prevalere al suo interno. Se vuole essere una soluzione per il Paese deve prima riconoscere di essere, essa stessa, una parte del problema. Perché la sua componente maggioritaria è da tempo passata al nemico ed è corresponsabile della distruzione neoliberista della democrazia e dello stato sociale (altro che “pericolo di destra”… la destra più pericolosa c’è già ed è già al potere, si chiama “larghe intese”, si chiama “Grosse Koalition”, si chiama PD e sedicente “socialismo europeo”…). Perché l’alternativa della democrazia partecipata proposta da ciò che resta del movimento altermondialista è debolissima rispetto all’esigenza ormai acuta di trasformare i rapporti di proprietà, e soprattutto è incomprensibile per quella larga parte del popolo che non ha il tempo e le risorse per partecipare ad alcunché. E infine perché la stessa sinistra radicale, forse spaventata dalle conseguenze delle proprie migliori analisi, non riesce ad emanciparsi dalla trappola dell’europeismo (e dell’euro), non riesce a proporre fin da oggi soluzioni neosocialiste  in grado di traghettare il Paese fuori dalla subalternità al capitalismo atlantico, non riesce a costruire un discorso “nazionaldemocratico” capace anche di prevenire il diffondersi del  nazionalismo di destra, non riesce a svincolarsi dall’idea che l’unica vera lotta popolare sia quella della CGIL, o di movimenti da sempre legati alla sinistra (come il benemerito movimento No Tav).

Bisogna smetterla con esitazioni ed illusioni. Bisogna svegliarsi. E cominciare magari a porre una buona volta il problema dei problemi: che è quello di rompere l’alleanza tra le frazioni sindacalizzate (e qualificate) del lavoro ed capitalismo europeista, e l’alleanza tra le frazioni più deboli del lavoro ed il capitalismo protezionista, per costruire una vera unità del lavoro subalterno (dipendente o no). Come si può fare? Si può fare concentrando gli sforzi sulla rottura dell’oligopolio dei sindacati maggioritari, senza quindi accodarsi sempre alla Fiom e senza sperare sempre nel rinsavimento della CGIL. Si può fare costruendo comitati popolari contro la crisi (e quel “partito sociale” di cui spesso ci limitiamo a parlare) capaci di muoversi nel magma dei conflitti attuali. Si può fare elaborando idee forti, certo (nuovo socialismo, nazionalismo costituzionale e democratico…), ma anche idee apparentemente più prosaiche. Comprendendo, ad esempio, che la questione fiscale ha cambiato forma, perché se il piccolo evasore degli anni passati difendeva la propria ricchezza sottraendola allo stato sociale, quello di oggi – vista la durezza della crisi e visto il crescente dirottamento del denaro pubblico verso il pagamento del debito – si difende dalla miseria sottraendo denaro alla speculazione. Non dobbiamo certo fare l’elogio dell’evasione, ma riconoscere che chiedere oggi la normalizzazione fiscale è condannare la gente alla fame. Riconoscere che la durezza delle sanzioni sui “piccoli” è effetto della scelta di non chiedere denaro ai “grandi”. E riconoscere che se i lavoratori sindacalizzati proponessero, invece della generica lotta all’evasione, una riduzione del carico e delle multe per i “piccoli” ed un deciso aumento della tassazione delle rendite e delle plusvalenze, riuscirebbero finalmente ad attrarre a sé sia le “partite IVA per forza”, ossia gli strati dequalificati del lavoro, sia i lavoratori autonomi di seconda generazione e di alta qualificazione. E soprattutto incrinerebbero quella loro nefasta alleanza col grande capitale che, riflessa nelle incapacità e nelle colpe della sinistra attuale è, ad oggi, il principale ostacolo ad una soluzione democratica della crisi italiana.



(Che dire di più? Meno male che a sinistra non ci sono solo quelli che scoprono l'indicizzazione salariale due anni dopo Sapir, che scoprono la "disobbedienza ai trattati" un anno dopo Mélenchon, che scoprono la lotta di classe e i movimenti "dal basso" dopo due anni di menzogne "perché i nostri non sono ancora pronti" - come diceva il Raskolnikov dei poveri che ricorderete, che prostituiscono la verità per meschine ambizioni politiche. Meno male. E comunque, come ho risposto a Mimmo, il compagno Weidmann è vivo e lotta insieme a noi. L'Eurozona, ai tedeschi, stava bene finché era un gioco a somma nulla. Ora è un gioco a somma negativa, e solo pochi analfabeti o diversamente economisti e diversamente politici non capiscono a cosa questo necessariamente porti.

Dell'atteggiamento della sinistra piddina - in Francia, degli enarchi - in questo blog ne abbiamo parlato a lungo, ricordate? È bello sapere che non siamo più soli. Ma cosa si aspetta questa gente? Che in un maggioritario fasullo, nel quale devi votare necessariamente tappandoti il naso, nel quale il problema non è scegliere chi ti rappresenta meglio, ma non scegliere chi ti rappresenta peggio, dopo quattro anni di politiche fallimentari, nell'incapacità di far sentire la propria voce, la gente se ne stia buona a casa a farsi massacrare? Mi sembra una bella pretesa, non trovate? Ed è molto importante che oltre agli sciapetti dell'interclassismo ci sia a sinistra qualcuno che capisce che oggi il problema non è "operaio" contro "padrone", ma piccolo (dipendente, imprenditore, partita Iva malgré soi, commerciante) contro grande (finanza, distribuzione organizzata, multinazionale), e che lo Stato è l'unico presidio efficace dei piccoli. Non lo sono certo i sindacati, culturalmente impreparati, conniventi con i padroni - quelli veri - e dediti a una miope e fallimentare difesa senza sé e senza ma degli incumbent, priva di una qualsiasi visione di sistema.

Aggiungerei una piccola chiosa: il problema per il quale la sinistra piddina andrà felice incontro al nostro massacro è quello che con grande onestà ha riconosciuto Stefano Fassina al convegno di Roma: la fine dell'euro sarebbe una cocente sconfitta politica per un partito che ha investito in questo progetto irrazionale e fascista un enorme capitale politico. Non è buona politica non offrire all'avversario una via di fuga, e io la via di fuga l'ho indicata chiaramente: il PD deve smettere di identificare "Europa" con "euro". Parte di questo processo di maturazione è riconoscere quello che solo Gutgeld, Brancaccio, Piga e Mazzuccato - la nuova icona d'"area" - non riconoscono, ovvero che l'austerità c'è  perché c'è l'euro. Capirlo non è poi così difficile, e infatti quando l'ho spiegato in Commissione finanze non l'ha capito solo chi non voleva capirlo - il disegnino comunque è qui, per chi avesse problemi con Econ102 e non volesse spendere 28,10 euro per comprarsi l'Acocella.

Solo se farà così, cioè solo se farà la scelta dell'onestà intellettuale, il PD potrà continuare a portare in processione lo sbiadito santino di Altiero Spinelli e potrà salvare una parte di sé - speriamo la migliore, ma non ci sono garanzie - dalla catastrofe. Altrimenti, se lascerà che l'acqua sporca dell'euro venga gettata via dai mercati, non potrà evitare che con essa venga buttato anche la bambina Europa, che in quell'acqua sporca sta affogando, in conseguenza di quello che Zingales ha chiamato un deliberato disegno criminale - dimostrando in questo maggiore intelligenza e lucidità di tanti economisti "de sinistra".

E a quel punto sarà tardi per piagnucolare di populismo).


(una piccola chiosa: la stucchevole e provinciale polemica "D'Annunzio vs Bocconi" non mi interessa. Le lettere di insulti sono arrivate dalla sinistra, non dalla Bocconi. Dalla Bocconi sono arrivate, direttamente o indirettamente, attestazioni di dissenso, ma anche di stima. Per i motivi che capirete, leggendo poche righe sopra, Zingales, per me, vale molto di più di altri che non nomino per eleganza e anche perché è inutile: dopo due anni di percorso con me avete imparato a riconoscere un ipocrita e un gatekeeper quando lo incontrate, no?)


("intellettuale d'area". Che ripulsione mi provocano queste parole! Sarà perché spesso in questi intellettuali non vedo alcuna base scientifica né alcuna altezza morale. E senza base e senza altezza, che area vuoi avere? Zero. Appunto. Questo, fino a prova contraria, non sembra essere il caso di Mimmo, che ringrazio anche per questo).

67 commenti:

  1. Prof, il link
    http://www.unich.it/docenti/bagnai/blog/20131203Camera.pdf
    dà "forbidden".

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  2. Ce ne vorrebbero una decina, di Porcaro, a ripetere alla nausea a tutta la sinistra sedicente radicale quel dice in questo post. Perché convertire la piccineria dogmatica della maggioranza di costoro a un nuovo paradigma in cui "lavoro" non coincide con "operaio salariato" ma con "forza produttiva" è un'impresa titanica, e gli antichi vizi sono sempre lì, come quando in svariate guerre di resistenza doveva essere colpito prima il trotzista o l'anarchico e poi il fascista e il nazista. Che sotto l'albero costoro possano trovare "il Tramonto" ma anche, per esempio "L'amore degli insorti" di Tassinari. Il vero miracolo natalizio sarebbe che, leggendo, capissero. Potesse la consapevolezza discendere su di loro "Von himmel hoch" ( così , oppure così )

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  3. Ahhhh, leggi questo post e respiri aria fresca, perché se si è "DI" sinistra e un minimo razionali, ci si deve ritrovare 100% nelle parole di Porcaro. Cosa c'è di più sbagliato che turarsi il naso e girare i tacchi di fronte alla jacquerie odierna dei forconi? Coloro che lo fanno sono l'ovvio risultato della stupida (o architettata) frammentazione e assenza della sinistra negli ultimi decenni.

    Il cuore della sinistra, la sua scintilla è un approccio critico verso realtà sociale volto ad evidenziarne i dualismi e le ingiustizie. E' quello che ha fatto Marx; quello che propone il prof. qui con la realtà centro vs. periferia d'Europa; ma è anche quello che scrive Porcaro quando ci ricorda che non è il piccolo evasore fiscale, ma i grandi capitali con i suoi potentati che stanno dall'altra parte della trincea.

    Dove si firma?

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  4. Si è perso un treno, e dubito che la sinistra lo prenderà in corsa. Lei professore lo ha spiegato bene quando diceva che difficilmente la sinistra ci dirà che con l'euro si è sbagliata, mentre è più probabile che la Germania si stanchi di pagare per i brutti e cattivi cittadini del sud. Ce ne usciremo con delle bugie insomma.
    La cosa che più mi fa arrabbiare che che delle istanze (secondo me giuste anche se naif) del movimento No Global, ingiustamente massacrato sotto tutti i punti di vista dopo i fatti del G8 di Genova, sia per l'incapacità dei vertici che per la gogna mediatica a cui è stato sottoposto… Di quelle istanze non è ormai rimasto niente. A furia di difendere i diritti degli immigrati e dei gay (lotte sacrosante) si è abbandonato il proletariato italiano (brutto e cattivo perché leghista, di Forza Italia, ignavo…) al proprio destino.
    Mi sono particolarmente divertito a guardare il dibattito promosso da Salvini che la vedeva come ospite. Quelle frecciate che ha tirato con eleganza alla platea valgono tantissimo, e sono convinto che dopo averla sentita, molti si saran messi le mani nei capelli a sentire Salvini dire "L'euro è stato introdotto per impedire la nascita della Padania". Come son convinto che il discorso dei trasferimenti al Sud è stato visto finalmente sotto un'ottica nuova.
    Solo che da persona di sinistra mi sento particolarmente solo e amareggiato.
    Grazie Professor Bagnai.

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  5. Mi piacerebbe a questo punto discutere di due punti politici che mi pare emergano con una certa evidenza:

    1 - sindacato unico;
    2 - sistema proporzionale.

    Sono argomenti tabù o opzioni che si possono ancora valutare?

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  6. Concordo in pieno con l'analisi da lei fatta, Professore. Fa piacere pensare che a sinistra qualcuno inizi a ragionare veramente sulle cause della crisi senza pregiudizi né paraocchi. Tuttavia non mi sembra che queste voci che 'gridano nel deserto' lasciato dalla crisi dell'euro siano minimamente in grado di improntare la linea d'azione del PD, il quale appare decisamente orientato ad un neo-liberismo blairiano che in Italia, schiava purtroppo del suo provincialismo culturale, sembra a molti una novità, ma che a me che seguo la politica inglese sa solo di muffa, visto che quel modello oggi sta venendo sempre più rinnegato dal partito labourista. Penso sia molto più realistica la profezia da lei fatta in molti interventi che dipinge Fassina solo su un isola deserta a difendere il bidone (nomen omen!) dell'euro quando proprio la sinistra francese enarchiana avrà già da tempo dichiarato di uscire dalla moneta unica al fine di contenere in tutti i modi possibili l'avanzata irresistibile del Front National.

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  7. Non vedo l'ora di chiudere il triangolo a Civitavecchia: tu, loro, io.

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  8. Poi vi è il problema della piccola e media borghesia.

    Questa classe sociale non difende i propri interessi, ma quelli della classe a cui sogna di aspirare ad appartenere, quella del grande capitale, l'unica che si avvantaggia dalla situazione eurista( in qualunque Stato abbia in sorte di risiedere)

    Questa "proiezione verso la classe superiore" è un reliquato dei tempi in cui i figli vivevano meglio dei padri, tempi che sono terminati da due o tre decenni, e che non ritorneranno fino ad un cambio di paradigma .

    Così abbiamo visto professionisti piccoli imprenditori e membri della middle class inneggiare a Monti e Fornero che li spolpavano vivi a forza di IMU Tares e Tobin tax e ostinarsi a non rendersi conto che il grande capitale internazionale lirespingeva tra le fila di quei proletari che loro intimamente disprezzavano, lentamente, insensibilmente ma inesorabilmente.

    Ma ci vorrà un po' di tempo perchè la maggior parte di questi, si renda conto che il loro autore di riferimento deve diventare il Marx di Fusaro e di Costanzo Preve piuttosto che il Von Hayek caro al PD(+o-L) che loro continuano a votare convinti, e che se continuano a difendere il valore nominale dei loro sudati risparmi denominati in € e ad inneggiare a Mario Draghi (lui sì che parla un buon inglese!) questi evaporeranno per pagare balzelli e per mantenere figli e nipoti che nontrovano lavori degni ma vogliono vivere all'altezza delle aspettative che gli ha dato papà.

    Deve comunque essere duro per chi viaggiava in seconda classe ma aspirava a pranzare qualche volta al tavolo del Comandante, e magari fare il prossimo viaggio in prima, ritrovarsi in terza con gli straccioni.
    Quasi quasi meno male che sbattiamo nell'iceberg e andiamo tutti a fondo, così non dovranno umiliarsi a chiedere la disinfestazione delle loro cuccette (che loro ancora chiamano sussiegosamente "cabine" )da zecche e pidocchi.

    Ma forse sono gli unici in buona fede a cui può valer la pena di aprire gli occhi!

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    1. Nel pianeta che abito la piccola borghesia non l'ho vista inneggiare a Monti. Il piccolo imprenditore non ha acclamato la Fornero. Il peana spesapubblicabrutta è equamente radicato in tutte le fasce sociali (la questione mediatica tanto spesso coperta da Barra Caracciolo). Mi rendo conto che l'allergia ad un immagine marxiana della borghesia deve essere come l'intolleranza al lattosio: se uno ce l'ha, poco da fare. Resta il fatto che la complessità del presente è altrettanto allergica all'interpretazione tramite facili etichette.

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  9. Limpida, lucida onestà intellettuale.
    Un sentito ringraziamento a Mimmo Porcaro per le parole di verità (rarissime dalle "sue" parti) contenute in questo scritto, al di là dell'appartenenza politica e/o della visione del mondo.
    E come sempre grazie ad Alberto Bagnai: "E senza base e senza altezza, che area vuoi avere? Zero. Appunto." Genio.

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    1. Per avere zero area basta anche avere zero base. E le basi scientifiche delle Madonnine infilzate "de sinistra" per le quali la colpa è dell'austerità ma uscire dall'euro sarebbe un disastro sono, appunto, nulle. L'austerità c'è perché c'è l'euro, cioè perché in assenza di aggiustamento del cambio nominale, l'unico meccanismo di aggiustamento degli squilibri esterni operativo nel breve periodo è quello "keynesiano" (via reddito->importazioni). Questa è accademia...

      Il sangue dei poveri morti ricade sulle loro fluenti chiome.

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    2. Scusatemi. Mi rendo conto che sembro ingiustificatamente aggressivo. Ma immaginatevi un grande musicista che neghi che in C ci stanno quattro semiminime. Ecco, l'andazzo è questo. Negare per motivi di convenienza, di visibilità, di percorso politico, le basi elementari della propria materia, rifiutare il solfeggio, rifiutare l'aritmetica, rifiutare i dati. Forse dovrei, ma non riesco a sopportarlo. La gente muore, intorno a ognuno di noi, dentro e fuori. Non posso sopportare questa ipocrisia, è più forte di me. Questo blog è la prova che si può diventare "visibili" anche dicendo la verità. Che non c'è nessun "complotto" dei "poteri forti" per soffocare le voci di "dissenso". C'è solo uno spaventoso conformismo intellettuale e un ributtante opportunismo.

      Dovrei essere più gentile con certa gente? Dovreste esserlo voi? Non lo so. Sì, sarebbe più elegante. Ma ad impossibilia nemo tenetur.

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    3. Dopo avere contemplato il calcolo dell'area (standing ovation), mi pare che TUTTA la cultura repubblichino - piddina sia radicalmente, congenitamente ascientifica. Modello crociano, o gentiliano, o nicciano a piacere, comunque fondato solo su visioni e asserzioni di Sapienti e Auctoritates vari. E mettiamoci anche opinion leader e testimonial assortiti (siamo moderni, no?).
      Argumenta ab auctoritate e alla larga da ogni dato scientifico.

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    4. Ma tu Alberto ci piaci anche perche' sei incazzoso.
      Sono d'accordo che ogni tanto ci vogliono le carezze e i bacetti, ma l'asfalto e' l'asfalto.

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    5. Buonissima la prima, professor Bagnai: per esser certi che l'area sia zero ci vogliono sia la base che l'altezza nulla. Altrimenti, con base zero ed altezza infinita non si sa mai cosa possa accadere.... :-)

      (Naturalmente dalle quelle parti le altezze infinite non ci sono, anzi.....)

      (P.S. Mi unisco al coro di approvazione per il suo personale calcolo dell'area di questi "interlocutori"... geniale metafora!)

      (P.P.S. Lei, prof. Bagnai, ha letto Gandhi, me lo ammetta una buona volta! La citazione della via di fuga da lasciare all'avversario, o del collegamento mezzi fini, sono solo gli ennesimi schiaccianti indizii...)

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  10. Ben detto Prof!
    Condivido in pieno.
    Sono in posizione, allineato e coperto, attendo VS istruzioni ... a buon intenditore...

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    1. Egr. Professore,
      Lei me lo insegna, non si può più aspettare, non c’è più tempo! E’ il momento di agire.
      A maggio, molto probabilmente, insieme alle europee si voterà anche per le politiche.
      Se si perde quest’occasione per fermare la corsa verso il baratro, difficilmente se ne presenterà un’altra.
      Non ci si può più permettere di attendere sulla riva del fiume, non ci si può più permettere il lusso della mera soddisfazione che si prova (e si che è una goduria, e che goduria!) al momento dell’ineluttabile ”Io ve lo avevo detto”!
      La ”Exit strategy for dummies”, di cui parla nel suo libro, indica una via. Questa va certamente approfondita ma, soprattutto, andrà coordinata nelle fasi critiche e calde.
      Si, ma DA CHI?
      Io credo di avere una risposta a questa domanda, così come credo non avrebbero difficoltà a rispondere molti altri in questo forum. E lei? Chi ritiene sia in grado di gestire l’exit strategy in Italia? Chi pensa che, al momento opportuno, possa avere le idee chiare su cosa fare per raggiungere quegli obiettivi … Professore, non c’è più tempo!
      Anche le elezioni europee rivestano una enorme importanza.
      Nel suo libro non ne parla, ma implicitamente, a pagina 329, sostiene la “necessità di mantenere un atteggiamento cooperativo riguardo agli altri membri e alle istituzioni europee”.
      Condivido, e in tal senso, ritengo che nell'attuazione della exit strategy, un gruppo di parlamentari europei che condividano le sue (le nostre!) idee, sia fondamentale per spianare la strada, diplomatica e politica, che permetta poi al Governo italiano di attuare concretamente l’exit strategy. Il momento è adesso!.
      Non c’è più tempo!

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    2. E' inutile che provochi, a me nun me ce freghi,
      la gatta presciolosa, fece li fiji cechi.
      Sei troppo sbarajone, co' te nun me ce metto,
      io batto n'antra strada, io ciò pazienza aspetto.

      Vojo canta così, fior de rughetto...po.

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    3. Mejo li fiji ciechi che li fiji schiavi :-)

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    4. Vittorio, sei ansiogeno! Di tutto abbiamo bisogno fuorché di chi ci ripete fate in fretta.
      Oltretutto il figlioletto che reggi nella foto mi sembra che possa aspettare anche qualche annetto, no? Te lo dico da padre di 3 (min. 12 max. 19 anni), forse più vicini all'ingresso nel mondo del lavoro.
      E poi quel "Non c’è più tempo!" come lo devo leggere? nel senso di uscire allo sbaraglio in ciabattazze e mutande, alla maniera dell'incendio della via Keplero, o come un rien ne va plus?

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  11. Per fortuna la sinistra italiana è anche Alberto Bagnai. Non siamo soli, e diventiamo sempre di più.

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    1. Grande stima per Alberto Bagnai, il miglior economista italiano, purtroppo nessuno è perfetto.

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  12. Bellissimo articolo, bollare la protesta a priori come populista, se non fascista e mafiosa è porre un orribile muro ipocrita e paternalistico tra i soliti noti e la sofferenza di un paese che ha quasi un terzo di cittadini a rischio povertà.

    Io vorrei rilevare una cosa che può sembrare inessenziale circa l'uso dei termini quali liberismo o liberalismo o anche destra e sinistra. La penso come Fusaro, i termini non servono perché se definiti propriamente sono o inapplicabili oppure creano confusione perché conducono alle stesse proposte delle concezioni a cui si vorrebbero opporre. Esempio del primo caso: la "distruzione neoliberista della democrazia e dello stato sociale", che è stata attuata con l'Euro e l'austerità forzata, dev'esser proprio chiamata liberista ? Si merita davvero un termine simile?
    E' forse il blocco del mercato della moneta una liberalizzazione del mercato? La smisurata crescita della concentrazione delle fette di mercati finanziari e non solo detenute da soggetti privati significa liberalizzazione? A me sembra che se ti vuoi chiamare liberale devi preoccuparti di liberare il mercato... non di lasciar fare perchè la storiella del "senza regole tutto si aggiusta da solo" è stata ormai solidamente confutata dai fatti. Dunque perché dare la patente di liberisti a questi pazzi? E' vero, è un liberismo col neo, ma più che un neo questo è un buco nero di ignoranza e stupidità...

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  13. Come chiaramente emerso al convegno di Roma al Tempio di Adriano e' la Germania il vero malato d'Europa.
    E la Francia sembra sempre piu' prossima ad 'esplodere'.
    Penso che subiremo la dissoluzione dell'Eurozona per iniziativa altrui.
    E forse e' quello che in cuor suo si aspetta pure Fassina...
    http://blogs.telegraph.co.uk/finance/ambroseevans-pritchard/100026190/france-fights-back-against-german-sick-man-of-europe/

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    1. Forse sarà così, ma sono convinto che se l'euro dovesse esplodere a causa d'altri ciò offrirà, all'attuale classe dirigente italiana, l'opportunità di riciclarsi e perpetuarsi, facendo cadere su altri la responsabilità di una politica miope e dissennata. L'hanno già fatto dopo l'uscita dallo SME e la successiva adesione all'euro, perchè dovrebbero ricredersi questa volta? D'altra parte la base del PD è acritica, non avrebbe nessun problema a credere a quei ciarlatani della dirigenza.

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  14. L'altra sera sono andato alla Convention Meridionale della FGCI (giovani dei comunisti italiani).
    Sono dei perfetti fuffologi: non perché non abbiano idee (nazionalizzazioni, intervento pubblico nell'economia, istruzione, gggiovani...) ma perché NON VOGLIONO, SI RIFIUTANO di parlare di come ottenere queste cose.
    Ascoltandoli sembra che potrebbero darcele, se solo li votassimo... (Giusto dopo aver ammesso lo svuotamento di potere dello stato, bella logica) Ma non chiedeteci altro!
    I paradigmi sono due: la necessità di parlare col pd, e il proporzionale. Gli si chiede come mai concentrarsi sul proporzionale quando le prossime elezioni sono europee. Un sorriso sembra dire, sapessi... Beh non so, non lo spiegate??!
    Ma non c'è tempo, ci sono altre priorità. Serve tempo per pontificare sul rischio idrogeologico al sud, ore e ore ben spese a convertire all'ovvio i delegati regionali del Pdci (!!!), SENZA MAI ammettere (lodevole eccezione Andrea Catone, che ha letto Anschluss) le responsabilità di Euro ed Europa. Senza mai fare autocritica su cosa, quale compromesso abbia allontanato da loro le classi di riferimento.
    Sono i proletari ad essere ignoranti, gente senza cultura che abbocca all'esca fascio-berlusconiana, loro a non capire che i buoni siamo noi... Mai chiedersi cosa veramente si è ottenuto in 20 anni. E quando si fa la fatidica domanda (all'ultimo, facendosi in quattro per avere 10 secondi di domanda) "tutto giusto ma DOVE TROVIAMO I SOLDI, stanti l'euro e i trattati"?
    Rispondono: ieri non c'eri, domani forse non ci sarai (te credo ndc), cosa vuoi da noi? In sostanza se non partecipi non puoi parlare.
    Lungimirante presa di posizione di sto cazzo. Ottima per convincere. Ma quanto devo godere in futuro...

    In conclusione, solo per sofisti, venghino siore compagne e siori compagni al teatrino della logica: http://www.fgci.info/2013/12/17/convention-della-fgci-sulla-questione-meridionale/
    "La crescente sofferenza del Paese trae origine dalla contraddizione territoriale Nord-Sud che rappresenta un carattere nativo del capitalismo italiano [...] vi influiscono anche le politiche dell’Unione Europea, la cui *attuale amministrazione, fortemente egemonizzata da forze politiche, sociali ed economiche reazionarie ed antipopolari*, ha penalizzato i lavoratori e le aree più deboli dell’intero continente."
    Ovvero in Italia la contraddizione nord sud è insita al capitalismo; in europa invece è un problema contingente di attuale amministrazione.


    Se qualcuno conosce una sinistra degna me la indica nei commenti?

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  15. Porcaro, mi ha ridato il gusto di andare alla sezione di RC del paese a cantargliele! Domani guarderò Civitavecchia con quattro di loro. Piccola soddisfazione.
    Buon lavoro ancora e grazie di tutto.

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    1. Ieri come un idiota, ho passato il pomeriggio a cercare lo streaming.... oggi mi accorgo che è si il 18, ma Gennaio!

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  16. “Per anni e anni si è insegnato agli operai che l’internazionalismo è il più sacro dei doveri, e che il patriottismo è il più vergognoso dei pregiudizi borghesi. Per altri anni si è predicato agli operai che il patriottismo è un dovere sacro, e che è tradimento tutto quello che patriottismo non è. E allora, come è possibile che essi agiscano se non per reazioni elementari e per propaganda”. [Simone Weil, La prima radice]

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  17. Gli intellettuali d'area molto spesso si sono rivelati una sciagura,più interessati a all'applauso del popolo,che al suo riscatto,per potersi godere in pace i privilegi lautamente concessi,senza rotture di coglioni.
    Ora non mi viene....ma c'è un termine preciso per riassumere questo atteggiamento.

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  18. io ringrazio il professor Bagnai per la sua opera di divulgazione, e cerco di farlo scoprire a tutti quelli che mi circondano.. qualcuno non è prevenuto e si informa, ma vedo che la maggior parte mi guarda sbigottito.. è dura ripristinare la verità scientifica economica quando per 20 anni i partiti e i loro media hanno continuato a ribattere le stesse falsità che sono diventati luoghi comuni imperanti e difficili da cancellare.. io la ringrazio Dott. Bagnai per il lavoro che fa e cercherò di supportarla con quel poco che posso. sta facendo un lavoro prezioso, se vedo una speranza per le mie figlie piccole è solo per merito suo...

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  19. Cosa mai avremo fatto di male per meritarci un partito che sporca e ribalta gli ideali della sinistra? Sto male, non riesco a non vergognarmi (senza averne colpa) di questa "sinistra" salottiera, buonista e ipocrita.

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  20. Ottima riflessione. Che dire di più?, appunto. Le parole sono state dette. Chi non ha voluto ascoltarle ora, dovrà poi, per l'imprescindibile legge del contrappasso, impararle a memoria.

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  21. Quello che dice Rodotà è esattamente ciò che penso da alcuni anni. Esattamente da quando Napolitano ha cominciato a fare le sue dichiarazioni e le sue scelte al di fuori e al di là della Costituzione. Ma non esiste più una sinistra da tempo, se non si parla più di giustizia sociale, di redistribuzione del reddito, di incrementare le istituzioni pubbliche, la sanità la ricerca, la scuola, le pensioni di cives. Non c'è discorso che affronti la redistribuzione del reddito. Il neoliberismo ha chiuso tutte le porte, Impedito di vivere ,o solo di sopravvivere alla maggioranza del popolo. Sta facendo impallidire le istituzioni democratiche parlando di democrazia. E' un liberalismo alla Blair, un po' rosèe, e neanche tanto, ma di socialdemocrazia non esiste neanche un'ombra. Allora se tutti sono confusi e c'è molta jacquerie in giro e nessuna egemonia capace di mettere ordine nelle idee, non si possono accusare dei cittadini stanchi, impauriti, privi di speranza di essere di destra. cI SONO ANCHE STUDENTI, CENTRI SOCIALI, OPERAI,PRECARI, ESODATI, tutti fuori la polis. Riprendiamo in mano Gransci. Cerchiamo un'egemonia, studiamo, lottiamo. O preferiamo i talk televisivi? Così si fa confusione e ci si fa indirizzare dal potere già costituito e pronto a distruggere 2/3 della popolazione. Andremo tutti alle mense della caritas se continuiamo così. Altro che lotta di destra o di sinistra! L'Italia è a pezzi, si tenta solo di sopravvivere. Queste feste sono infauste per molti, tanti. Cerchiamo una via almeno 'socialdemocratica', se ci teniamo a non morire democristiani o fascisti.

    I forconi e la politica dei diritti
    temi.repubblica.it
    di Stefano Rodotà, da Repubblica, 13 dicembre 2013Sapevamo che la povertà si estendeva, che dilagavano le diseguaglianze, che la percentuale della fiducia dei cittadini nelle istituzioni era precipitata al

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  22. "Oggi il problema non è "operaio" contro "padrone", ma piccolo (dipendente, imprenditore, partita Iva malgré soi, commerciante) contro grande (finanza, distribuzione organizzata, multinazionale)".
    Questa la segno insieme a quella del capitale che nasce internazionale, mentre il proletariato non lo diventerà mai. Poi facciamo un bel libro di aforismi.
    Grazie, grazie, grazie.

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    1. Segna anche: "Il PUDE sarà sconfitto con una risata" Cit. Bagnai Alberto.

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  23. La bella addormentata prima di addormentarsi si è molto imbruttita.

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  24. Grande post, ineccepibile riflessione. Grazie.

    PS: Spinelli, ovunque ora sia, lotta con noi.

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  25. Eccellente articolo, che mostra il triste percorso di una "sinistra" che si è rifugiata, a partire dagli anni '90, nel pensiero lib-lab, nell'europeismo di facciata (accettando supinamente e "a prescindere" tutto ciò che era etichettato come "europeo", senza alcuna analisi sostanziale), ed in una concezione esclusivamente "procedurale/formale" della democrazia (svuotandola di ogni contenuto ed appiattendola sulle categorie della vuota ricerca del consenso e della tattica parlamentare).
    Con ciò credendo di garantirsi la sopravvivenza politica........ e per finire politicamente morta.

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  26. Forse è venuto il momento di liberarsi delle ideologie. Con la caduta del muro sono rimaste come foglie di fico a protezione di scelte becere e di parte ma l'urgenza della situazione spinge a liberarci dal "dividi et impera" che sempre ha caratterizzato la prassi di chi domina.
    "Il problema non è "operaio" contro "padrone", ma piccolo (dipendente, imprenditore, partita Iva malgré soi, commerciante) contro grande (finanza, distribuzione organizzata, multinazionale)"…. Come si può negare una realtà così evidente? Eppure nel Pd, credo, siano pochi a coglierla e sono quelli in buona fede, gli altri la negano per partito preso, perchè hanno fatto una scelta di campo. Come dice Mimmo Porcaro:…"la destra più pericolosa c’è già ed è già al potere, si chiama “larghe intese”, si chiama “Grosse Koalition”, si chiama PD e sedicente “socialismo europeo”…"e non è a loro che si può chiedere di "traghettare il Paese fuori dalla subalternità al capitalismo atlantico". Lo possono fare solo uomini di buona volontà, liberi da ogni veste ideologica, uomini che hanno a cuore il bene di tutti perchè sono consapevoli del fatto che siamo una sola comunità pur con tutte le differenze… cultura, ceto, provenienza, ecc.
    Oggi la caratteristica veramente necessaria è il buon senso e su questo è facile incontrarsi. Bisogna solo avere il coraggio di abbandonare gli steccati... destra, sinistra, nord, sud....

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  27. sa professor Bagnai, da tempo mi sono chiesto: ma quando mai la sinistra è stata democratica? Premesso che mi sento di sinistra ma che non mi sono mai ritrovato in quella italiana, francamente devo dire che la sinistra che ho sempre visto non ha mai brillato per democraticità e l'unica cosa possibile e' sempre stato l'adattarsi ai dettami oppure andare a quel paese. Insomma, tutto si può dire ma che il vecchio PCI fosse una perla di democrazia, questo proprio no. Certo che nelle vecchie sezioni le sedie volavano spesso ma la gente veniva sbattuta fuori dal partito senza troppe gentilezze e per motivi molto ma molto discutibili.

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    1. Persino quelli che se ne volevano andare ... venivano sbattuti fuori (Guareschi docet, vedi Mondo Piccolo)

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  28. Caro Professore e caro sign. Porcaro, io ho paura che il risveglio della sinistra italiana avverra' in questo modo. L'allegoria del bunker secondo me ci sta, perche' la sinistra e' rintanata ideologicamente nel bunker dell'euro.

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  29. Pochi giorni fa ho ascoltato questa bellissima intervista a Fausto Bertinotti, che al netto di errori politici gravi (ha governato per due volte con Prodi) è sicuramente più colto e consapevole di tutti i politici della presunta sinistra radicale odierna. L'intervista è ascoltabile cliccando qui, di seguito riporto un sunto di ciò che dice dal minuto 14.15 fino al minuto 21.30.

    "La crisi è diventata il problema del debito pubblico. Perché? Non si dica "era ovvio che fosse così", perché ci sono stati periodi in cui il debito era alto così e non costituiva un così grande problema. Costituisce un grande problema perché c'è stato un pensiero di politica economica che ha letto la crisi invece che sul terreno strutturale in cui si era manifestata, a partire dagli Stati Uniti d'America, dove nasce come debito privato... L'ideologia dominante trasforma progressivamente questa crisi in una crisi di debito pubblico in Europa. Nascono le politiche di austerità. Cosa sono le politiche di austerità? Come mai da cinque anni vengono perseguite politiche di riduzione del debito e del deficit malgrado queste producono recessione? Non dico disoccupazione perché potresti dire "vabe' ma al capitale non gliene importa". No, recessione, quindi anche una difficoltà sul terreno della produzione dei beni, cioè del mestiere del capitale. Qual è la ratio di questa follia? Queste politiche sono realizzate non per ragioni economiche, ma per ragioni di politica economica, cioè per abbattere lo stato sociale dell'Europa e ripristinare il dominio assoluto del mercato, così quando ci sarà la ripresa la partita è chiusa, i lavoratori non sono niente, l'impresa è tutto e il mercato è il suo riferimento. Si può fare una politica così col consenso? No. Cosa hanno escogitato, allora? Un governo in grado di funzionare anche senza il consenso (la Trojka). I governi nazionali sono la lunga mano di questo potere centrale, e se questo governo non piace a loro lo cambiano loro. E se tu fai le elezioni puoi votare come vuoi, ma tanto come disse Draghi noi innestiamo il pilota automatico. Che si chiami Monti o si chiami Letta o si chiami Hollande fa le stesse politiche perché sono sotto il dominio di questo potere reale. La possibilità di ricostruzione della sinistra sta fuori da questo recinto."

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    1. Evidentemente il buon Fausto ha letto questo blog ed ha assimilato qualche nozione di macroeconomia in piu' (“non fa scienza, sanza lo ritenere, avere inteso”).
      Ma IMHO gli manca ancora il coraggio di proclamare 'apertis verbis' che "l'Euro e' lo strumento di governo" (cfr. Bagnai - che lo scrisse due anni fa - & Fusaro - che dall'intervento fatto al convegno di Roma al Tempio di Pietra mi pare che ci sia arrivato piu' di recente) di questo disegno strategico.
      Magari tra 10 anni il buon Fausto avra' pure capito i nessi causali - Euro/Austerita' - quota_salari_piatta/aumento_produttivita'/debito/crisi - ma il suo tempo e' ormai irrimediabilmente passato.
      E' stato complice (peggio ancora se inconsapevole) del nostro ingresso nell'Eurozona e piangere oggi in maniera confusa sul latte versato non potra' mai riabilitarlo (almeno ai miei occhi).
      OT - Ho convinto il Presidente della societa' per cui lavoro (che dal 2012 e' diventata una multinazionale causa IDE) a venire al convegno al Tempio di Pietra (dicendogli che sarebbe intervenuto anche Fassina, che conosce personalmente). Da quel giorno non smette di ringraziarmi (ovviamente il merito e' tutto del prof. e dell'organizzazione) per avergli 'aperto gli occhi'. Sentirlo ieri sera nel discorso di auguri di Natale al personale indicare la perdita di sovranita' monetaria tra le ragioni che hanno portato alla perdita di competitivita' delle aziende Italiane (non credo si potesse 'esporre' di piu' di fronte ai manager Francesi e Tedeschi intervenuti nell'occasione), per me non ha prezzo. Per tutto il resto c'e' questo blog.

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    2. Anch'io ho notato il "riutilizzo" da parte di Fusaro di quello stilema, se non dell'idea in sé. Con annesso colpo di tosse del prof, mi pare... Mi chiedevo perché non ne avesse riconosciuto la paternità, forse che ai convegni scientifici non si citano i presenti?

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    3. Sinceramente credo che Diego sia arrivato a quelle parole in modo indipendente. Ho voluto appunto sottolineare che il fenomeno deve essere molto evidente, se studiosi che approcciano la crisi da prospettive così diverse giungono sostanzialmente alla stessa conclusione.

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    4. Per Luca: non voglio nemmeno io riabilitare Bertinotti, ma credo che un distinguo andrebbe fatto. Sto scrivendo una tesi di dottorato nella quale analizzo il ruolo dell'informazione nel legittimare acriticamente certe decisioni di politica economica con il pretesto dell'europeismo. Senza un impianto tecnico a sostegno, come quello che ho potuto apprendere sul blog e sul libro di Bagnai, non avrei tuttavia compreso l'importanza della moneta unica quale fattore di arricchimento del capitale a scapito dei lavoratori. Bertinotti è sicuramente più colto di me, ma siamo certi che avesse e abbia piena contezza di tassi di cambio, politica monetaria ecc., ovvero di concetti che hanno di per sé stessi bisogno di una competenza tecnica, oltre che politica? Io credo che, in un contesto di cattiva informazione anche a sinistra, Bertinotti abbia pagato questa incapacità di legare insieme i vari passaggi tecnici, sottovalutano il ruolo del cambio fisso nella creazione di squilibri. E d'altra parte, a quanto ne so, il comunista Enrico Berlinguer non era contrario allo Sme. Forse sono ingenuo, ma mi piace pensare che non vi sia malafede ovunque.

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    5. Credo veramente che Fusaro ci sia arrivato per suoi percorsi autonomi; è da un po' di tempo che seguo le sue "uscite" e capisco come l'analisi che fa sul percorso della "sinistra" l'abbia portato a quelle conclusioni. D'altra parte esiste da tempo una narrazione, che per ridurla entro angustissimi confini è stata definita "gomblottista", che vede nella UE e nell'euro un percorso "disegnato" di riduzione di sovranità nazionale e democrazia. Io stesso, nella mia assoluta ignoranza in materia economica, ma con una certa esperienza passata nel mondo "coop", avevo inteso come questa dimensione europea (UE), proposta come l'unica possibile, facesse il gioco dei settori economici legati al PD (coop in prima fila e Unipol non certo in seconda) che da uno Stato leggero (vedi: privatizzazioni e liberalizzazioni) avevano tutto da guadagnarci e noi poveri cristi tutto da rimetterci. Ma fu solo l'intervento del prof. su Sbilanciamoci (dove andavo alla disperata ricerca di una condivisone d'analisi politica ..), l'unico col quale mi trovai in totale sintonia, che mi fece di colpo capire che c'era molto di più da studiare e analizzare .. e da allora non l'ho più mollato.

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  30. Quando ho letto che Draghi ha dichiarato: "La tesi populista che consiste nel pensare che uscendo dall'euro, un'economia nazionale beneficerebbe all'istante di una svalutazione competitiva come ai vecchi tempi non sta in piedi" mi sono chiesto: ma quello è incompetente o in malafede? La risposta non è facile, ma forse irrilevante: in entrambi i casi siamo "guidati" da gente ubriaca e senza patente. "E guidare come un pazzo a fari spenti nella notte per vedere...".

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    1. Dal post precedente:
      "I governi nazionali sono la lunga mano di questo potere centrale, e se questo governo non piace a loro lo cambiano loro. E se tu fai le elezioni puoi votare come vuoi, ma tanto come disse Draghi noi innestiamo il pilota automatico. Che si chiami Monti o si chiami Letta o si chiami Hollande....."
      Io temo che non sia in preda ai fumi dell'alcool.
      Visto che qui ci si chiede dove sia la sinistra (ma anche la destra non fà il suo) dove sono quelli che dovrebbero, per tradizione e storia, essere i tutori della giustizia sociale ? Democratici ? Forse di nome. Svegliatevi, scendete dal pero, perchè c'è bisogno anche di voi, c'è ancora gente (poca) che vuole darvi fiducia, ma fate presto. E bene.

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  31. Caro prof. Bagnai, una conferma, qualora ce ne fosse stato bisogno, l'ho avuta quando, sulla pagina Facebook di Riccardo Bellafiore, dopo aver scritto che "l'euro è una moneta fascista per i metodi che permette di adottare (deflazione dei redditi)" - lui mi ha risposto che io sarei una persona con cui non si può parlare.
    Niente anche una sinistra -radical chic - o, comunque, immersa nei suoi deliri ideologici e para ideologici non le permette di vedere quanta desolazione ci sia attorno.

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  32. Mi ha colpito un passo dell'intervista del filosofo Emanuele Severino al FattoQuotidiano: "Ormai la sinistra, non solo italiana, non è più nemmeno socialdemocrazia, che mirava all’abolizione delle classi e del capitalismo per via democratica. Ormai anche il Pd è lontanissimo da queste aspirazioni, immerso com’è nella fede, peraltro diffusissima, della validità dell’organizzazione capitalista della società".

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  33. Io credo che il nostro maggior nemico siano i sindacati, questo nella convinzione oramai che l'unica via percorribile per arrestare questo massacro sia uno sciopero delle attività generali, in alleanza con i poveri artigiani e piccoli imprenditori, da protrarsi fino a ottenimento degli scopi prefissi.
    La distanza in cui ci troviamo rispetto a tale soluzione è esattamente la distanza tra noi e l'inversione delle dinamiche sociali.
    Non credo che vi siano altre soluzioni efficaci a breve.
    Da dove si dovrebbe iniziare ancora non so, ma il vero nemico sono i sindacati, tutti gli altri fanno semplicemente la loro parte.

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  34. "A ragione Napolitano denunciava «un equivoco di fondo: se cioè il nuovo sistema debba contribuire a garantire un più intenso sviluppo dei Paesi più deboli della Comunità, o debba servire a garantire il Paese più forte. Il rischio è di vedere ristagnare la produzione, gli investimenti e l'occupazione, invece di conseguire un più alto tasso di crescita. Dinanzi alla proposta di una politica di deflazione e di rigore a senso unico, diciamo subito che si tratta di un calcolo irresponsabile e velleitario». Parole sante, e dimenticate." da Quando Giorgio
    l'europeista
    attaccava Bruxelles
    http://www.ilgiornale.it/news/interni/quando-giorgio-leuropeista-attaccava-bruxellesil-caso-i-976930.html

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    1. Faccio notare che questo intervento è stato portato alla luce da un lettore del blog dopo che Vladimiro Giacché me ne aveva ricordato l'esistenza, ed è citato nel mio libro. Ovviamente la sinistra non vuole vedere gli scheletri nei propri armadi, e il Giornale dopo 15 mesi li tira fuori.

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  35. Orrore! La pubblicita' alla radio dell' UNIONE EUROPEA!!!! "L'unione europea è dalla parte dei cittadini e garantisce la loro sicurezza e la loro salute......"

    Incredibile...devono promuoversi.........hanno paura forse..........

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    1. Certo che sì! Sanno benissimo che la difesa dell'euro sarà la distruzione dei loro comodi posticini al calduccio. Ma cercano di guadagnare tempo, invece di non difendere l'indifendibile e cercare insieme nuove strade. È sempre successo così nella storia, altrimenti non ci sarebbe stata tanta violenza.

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    2. "L'unione europea è dalla parte dei cittadini e garantisce la loro sicurezza e la loro salute......"
      Suggestiva assonanza con la propaganda nazifascista...

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    3. Sbaglio o il Brunello di Montalcino, gli orefici di valenza, la Ferrari o la pasta di Gragnano, non si fanno pubblicità?
      La roba scadente ha bisogno di marketing, spesso quest'ultimo si adatta al prodotto. tipo i cartoni della BCE sull'inflazzzzzzzione!

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  36. @Marco Giannatiempo
    se ha dei dubbi su Bertinotti chieda a La Malfa come sarebbe andata a finire con l'euro.. La Malfa è per caso più intelligente o informato degli altri?
    oh, lo sapeva Napolitano (discorso alla Camera del 1978) e Prodi (intervista al FT del dicembre 2001).
    oh, per non citare la sfilza di economisti che avevano previsto tutto.

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  37. Cosa ne pensa ?
    "Il Meccanismo unico europeo per la risoluzione delle crisi bancarie c’è, ma sarà perfezionato tra dieci anni. Stando all’intesa di massima raggiunta ieri sera dai ministri delle Finanze a Bruxelles, e che oggi sarà sottoposta ai capi di governo dell’Ue, l’Unione bancaria dunque avanza ma a ritmi (prevalentemente) tedeschi. Il passaggio è cruciale: secondo il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, l’Unione bancaria è infatti la riforma più significativa a livello comunitario dai tempi dell’introduzione dell’euro. Per questo il ministro dell’Economia italiano, Fabrizio Saccomanni, si è deciso a scrivere una lettera dai toni fermi al collega tedesco, Wolfgang Schäuble" da Disunione bancaria su il Foglio.it : http://www.ilfoglio.it/soloqui/21149

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  38. Vado per i 42 anni e ricordo distintamente che fin dai tempi delle medie (‘82 e seguenti, è un caso?) i professori dicevano già ai noi quasi adolescenti che avremmo dovuto impegnarci a studiare perché non avremmo avuto un posto di lavoro fisso. Io manco sapevo cos’era, però a casa ne erano già convinti anche i miei genitori. Alle superiori la stessa solfa, ma più convincente: il lavoro già scarseggiava in Liguria, e le fabbriche pesanti dell’automotive, della metalmeccanica e della chimica avevano già chiuso o stavano per farlo. Savona stava già vivendo un declino pesante. I professori in quinta erano convinti che avremmo dovuto emigrare dalla regione e, meglio, andare all’estero. Era il 1992.
    All’università mi fu chiaro che sarei stato decisamente fortunato se fossi riuscito a rimanere in Italia. Al quinto anno il professore di Economia alla facoltà di Ingegneria di Genova, pontificava a 250 studenti che se l’Italia non fosse entrata nell’Euro sarebbe stato un disastro e ricordo che si diceva che le teorie di Keynes erano un tantinello superate. L’inflazione era all’unanimità la tassa più ingiusta ai danni dei più deboli.
    Il servizio civile lo feci alla CISL al “Centro per il lavoro”, il tasso di disoccupazione in Liguria era a livello delle regioni meridionali. Negli anni seguenti le riforme Treu sembrarono buone perché molti ebbero un lavoro, anche se precario e pagato poco. Anche mia sorella lo ebbe ed entrò come precaria al CAF del sindacato.
    Al sindacato era chiaro che dei giovani non interessava nulla visto che a preoccuparsene ci mettevano gli obiettori di coscienza. Poi contano le tessere e chi non ha lavoro non è iscritto, quindi non ha la tessera, quindi non conta. Imparai che pensionati sono di gran lunga la lobby più potente nel sindacato. Il sindacalista della federazione dei bancari aveva l’unico ufficio con mobili in legno, ma non c’era mai... chissà perché.
    Nel 1998 da giovane laureato in ingegneria informatica trovo lavoro a Bologna velocissimamente. Lavoro qui da allora. E’ vero ho cambiato regione, ma ho un posto fisso: i professori si sbagliavano, almeno con me. Ma sono stato uno degli ultimi, da una decina di anni le assunzioni sono tutte precarie per via di quella storia di abbattere i costi fissi.
    Oggi ho amici e colleghi, giovani laureati attorno ai 30 anni, che reputano normale emigrare all’estero di lavorare con meno tutele e ad un prezzo più basso. Ovviamente non c’è nessuno che pensa più alla pensione. Ma quando provi a spiegargli del divorzio Bankitalia e degli squilibri della bilancia commerciale ti guardano come se venissi dalla Luna. Mi rendo conto ora che ci hanno messo almeno 30 anni, ma ce l’hanno fatta. I principi del liberismo sono diventati cultura popolare.
    Non ci saranno mobilitazioni universitarie perché i ventenni e i trentenni contemporanei sono per la maggior parte liberisti convinti, perché così sono stati formati, a scuola.

    Ciao Alberto,
    Cristiano (quello dell'osteria a Imola)

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